Le normative vitivinicole italiane vigenti.

Una importante disciplina, diretta alla tutela ed alla valorizzazione della produzione vitivinicola, dopo alcuni precedenti non perfettamente riusciti, nel senso che non hanno dato i risultati sperati, vede la luce con la Legge delega n. 116/63 e con il suo regolamento di esecuzione D.P.R. n. 930/63.

Le intenzioni del legislatore erano pi� che buone e tendevano a valorizzare la produzione pi� pregiata, cos� come avveniva nella vicina Francia, ma in gran parte sono state vanificate in quanto sono state classificate D.O.C. (Denominazione di Origine Controllata) molte produzioni, sia pure di una certa qualit�, livellate per� pi� verso il basso che verso l'alto, poich� si limitavano a raggiungere le caratteristiche previste dai disciplinari, per cui vini eccelsi potevano trovarsi accostati a vini, anche molto inferiori, ma dotati della stessa classificazione.

Diversi produttori di vini di alta qualit� hanno quindi preferito mantenere i propri vini nella classificazione generica di Vino da tavola, identificandoli con nomi di fantasia, facendoli cos� conoscere ed apprezzare non per la classificazione fra i D.O.C. ma per la loro indiscutibile qualit� intrinseca, tale che molti hanno raggiunto fama internazionale fra i quali, attualmente, figurano un paio di vini sardi.

E' con la classificazione istituita dalla Legge 164/92, che ricalca nelle sue linee generali quella precedente, che permette una selezione delle qualit� tale da consentire, ai vini migliori, di identificarsi ed emergere senza possibilit� di massificazione.

Se prima i vini D.O.C. erano classificati tutti alla pari, purch� si limitassero a rispettare le caratteristiche minime previste dal disciplinare di produzione, ora esistono altre e nuove distinzioni, che selezionano i vini verso l'alto, giungendo fino alla individuazione anche di un solo vigneto, in modo che qualsiasi produttore di qualit� � in grado di identificare il proprio vino in modo inconfondibile.

Pertanto attualmente i vini si classificano in:

• Vini da tavola

• Vini con Indicazione Geografica Tipica (I.G.T.)

• Vini di Qualit� Prodotti in Regione Determinata (V.Q.P.R.D.)

Questi ultimi assumono una classificazione maggiormente selettiva in D.O.C. (vini per i quali il relativo disciplinare riconosciuto con Decreto del Presidente della Repubblica stabilisce la denominazione di origine, la delimitazione della zona di produzione, il tipo di vitigno ammesso, le pratiche colturali consentite, i metodi di vinificazione ammessi, il titolo alcolometrico volumico minimo, il rendimento per ettaro, l'eventuale periodo minimo di invecchiamento in legno e di affinamento in bottiglia, l'eventuale imbottigliamento in zone delimitate e l'analisi e valutazione delle caratteristiche organolettiche); D.O.C.G. (vini di particolare pregio, gi� D.O.C. da almeno cinque anni dei quali ogni bottiglia � garantita dallo Stato con l'apposita fascetta).

Fra questi, salendo nella qualit� e nella pi� analitica catalogazione, � possibile distinguere la Sottozona, associata alla denominazionedi origine, o, restringendo le aree di origine alla ricerca di una maggiore e selettiva qualit�, � possibile indicare il Comune, la Frazione, la Fattoria, il Podere, la Vigna.

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