Sardu

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Racconti di viaggio:
Una giornata nell'Oasi faunistica
di M. Arcosu

di Laura Busia

In questo sito altre pagine dedicate a M. Arcosu:
La riserva naturale di M. Arcosu

Camminaoasi guida ai sentieri
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Sono arrivata in foresteria alle 2 pm. Mi ha accolto Giovanni. Subito dopo una poiana mi ha dato il benvenuto. Dopo aver scaricato i bagagli e aver ricevuto il "cumbido", ci siamo messi a chiacchierare. Dopo 10 minuti ecco suoi tre amici: Francesco, Fabio e Francesco.


Come � passato il pomeriggio non lo so: stavo talmente bene con loro che improvvisamente sono arrivate le 5 e mezza. Ci siamo preparati (eravamo pochi eletti la prima sera, in otto - ancora pi� bello!) e siamo saliti in macchina per raggiungere le postazioni. Eravamo tutti su un'unica Land Rover, strettissimi, in una strada dove i fossi e le curve a gomito facevano da padroni. Siamo arrivati nel luogo prestabilito dopo 1/2 ora di salita a piedi.
Io e Francesco, l'amico di Giovanni, eravamo assieme per il censimento e ci siamo arrampicati in una parete di una decina di metri.
Ore 18.30: abbiamo iniziato a sentire bramiti da tutte le parti: meraviglioso. Verso le otto meno dieci ho visto un cervo maschio a meno di 200m da noi. E' maestoso, grandissimo, con dei palchi enormi.
Restiamo a guardarlo immobili, incapaci di qualsiasi movimento, finch� la luce lo permette.
Poi attimi di panico: Giovanni ci ha chiamato via radio per avvisarci che aveva visto poco prima due uomini che non conosceva (e dei quali non conosceva le intenzioni) venire verso di noi.Il suo tono era di giustificato allarme. Tutti, dalle altre postazioni, erano in fermento: tutti ci chiedevano chi erano, cosa volevano.Noi non potevamo rispondere...
Quando ho sentito le guardie WWF mobilitarsi seriamente, ho avuto davvero paura: ho pensato a Massimo, un forestale dell'Oasi di M. Arcosu, al quale dei bracconieri avevano puntato il fucile nello stomaco...
Per fortuna si trattava di due tipi che stavano cercando i rispettivi cani. Sorrido di sollievo.
Nel frattempo sono arrivate le nove. Giovanni, con la pila, ci ha avvisato che stava iniziando a scendere verso il punto stabilito per il ritrovo. Io e Francesco, quindi, alla luce di una sola torcia, abbiamo disceso la parete, in compagnia di quel poco di sana tensione che basta per trasformare il tutto in un'avventura.
Dopo un p� sono arrivati Massimo, Mariano e Giovanni con i rispettivi compagni di censimento.
Abbiamo intrapreso la strada del ritorno, scendendo in una vallata con le pile, mentre una luna piena dava al paesaggio notturno un'aria di misteriosa stregoneria e il vento fresco muoveva le foglie...Lontano si vedevano le luci di Cagliari in movimento; ho pensato a tutte quelle persone sedute davanti alla TV, annoiate, e ho pensato a me, a noi, spettatori entusiasti di spezzoni della vita di un magnifico animale, di un programma che non potr� mai annoiare...
Si stava d'incanto: questi sono particolari momenti che rimangono impressi nella mente per diverso tempo, e che, quando si richiamano alla memoria, appaiono con la medesima nitidezza come se si stesse ancora ammirando lo stesso panorama.
Arrivati in foresteria, abbiamo cenato; poi ci siamo riuniti fuori a parlare e a chiacchierare, mentre i cervi bramivano a poche centinaia di metri da noi.
Si � parlato di Vittorio, un uomo capace di appendere a un albero un bracconiere, di uscire la notte fuori in mutande ma con la roncola per cercare di sorprendere un cacciatore di frodo che gironzolava vicino alla casa dei guardiani, di spostare un macigno dal centro della strada per il quale le altre guardie avevano intenzione di usare un piccolo trattore, di rincorrere un bracconiere, dal quale era stato minacciato precedentemente, per tutta Capoterra con la roncola (arma di uso comune a Monte Arcosu), abbandonarsi a un pianto disperato senza fine perch� il nipotino stava morendo di cancro.
Ma si � anche riso: come quella volta che Giovanni si sente chiedere da una maestra in visita presso l'Oasi: "Scusi, dov'� il recinto dei panda?" Dopo un attimo di stupore,Giovanni le ride in faccia e le risponde: "In Cina, signora!"
O come quella gentildonna che era arrivata alla riserva WWF con la pelliccia, i tacchi alti e la borsetta in pelle; e Massimo si era rifiutato di farle da guida dandole l'elementare spiegazione: "No, cos� mi spaventa gli animali"
O la storia, famosissima, di Lella, il cinghiale che ha vissuto per un certo periodo in un appartamento al 7� piano, a Cagliari.
Giovanni era assente il giorno in cui � stata portata all'Oasi.Quando era rientrato, aveva notato un signore che entrava tranquillamente nella sala dei computer, nella casa riservata alle guardie;gli si era avvicinato e gli aveva chiesto se gli serviva qualcosa. Alla risposta: "Sono il pap� di Lella. La sto cercando. L'ha vista per caso?", Giovanni controbatte: "Guardi, qui non c'�. Forse � andata a farsi un giro in fuoristrada" (l'unica ospite attesa in quel periodo era una biologa di cui la guardia non sapeva il nome; credeva quindi che Lella fosse una ragazza).
Il signore, stupito dalla replica, aveva cercato di spiegare: "Ma no, guardi, Lella l'abbiamo portata qui perch� cominciava a mordere i divani..." - "Scusi, ma chi � Lella?" aveva chiesto Giovanni, allibito.
"Un cinghiale" - "Ah, ora capisco...!!!"
E si � riso. Assieme. Complice la stanchezza, a volte si � riso fino alle lacrime.
Si � parlato anche di banalit�, ma ciascuno sapeva di avere in comune con gli altri gli stessi fondamentali principi, la stessa grande passione. A Monte Arcosu ci si pu� permettere anche di parlare di fesserie.
Il clima che si crea � qualcosa di pi� del semplice cameratismo: si crea affetto, stima reciproca, "ci si integra, si fa famiglia", come disse Giovanni Paulis in un'intervista per la presentazione dell'oasi.
Il tempo � passato velocemente. Siamo andati a letto alle due e mezza del mattino. Poche ore dopo, alle 6 io ero di nuovo in piedi per cercare di fotografare un cervo che ogni mattina arrivava vicinissimo alla foresteria. Alle 6.20 l'ho visto, ma non c'era abbastanza luce, quindi non ho nemmeno tentato di fare una foto, ma me lo sono gustato ben benino con il binocolo. Verso le sette si son visti i daini nel recinto: 5 femmine e due maschi combattenti. Ho fatto 5-6 scatti, dei quali purtroppo solo due decenti.
Alle otto e mezza sono iniziati "i dolci risvegli"; ormai era difficile che il cervo si facesse vedere cos� vicino da potergli fare una foto. Ho smontato tutta l'attrezzatura e ho fatto colazione.
Per la mattina si era organizzata un uscita allo stagno di Cagliari, per fare un p� di birdwatching.
Erano le dieci e ancora non si era fatto niente; ho deciso, allora, di fare un tratto del sentiero "Is Frociddus" dove, avevo letto in un opuscolo, era relativamente facile avvistare i cervi alle sorgenti.


Veduta della Valle del Riu Sa Canna dalla loc. Is Frociddus 

Ho comunicato la mia decisione a Giovanni. Ho iniziato a camminare con uno zaino con dentro solo il mio corredo fotografico. Il paesaggio era talmente rilassante che mi sono accorta solo dopo un ora di essermi allontanata troppo per tornare indietro (non che ne avessi voglia, tra l'altro...).
Ore 11. Un sole che spaccava le pietre. La sete iniziava a farsi sentire. Non mi son portata dietro neanche un p� d'acqua. Ho scoperto con piacere di avere caramelle balsamiche. Poi ho pensato: "Ora avviso Giovanni che non ce la far� a tornare per pranzo". Ho tirato fuori il cellulare: non prendeva! Porca miseria! Avevo paura che mi venisse a cercare, con tutta la vergogna che avrei provato nell'essere "salvata". Solo ora mi sono accorta della grande fesseria che ho fatto: un sentiero lungo 24 km senz'acqua, senza poter comunicare a nessuno di non preoccuparsi. Ho continuato a camminare con il telefonino in mano, cercando almeno di mandare un messaggio a quello del mio amico. Niente! I cervi intanto sembrava mi stessero prendendo in giro, bramendomi vicinissimo ma senza farsi mai vedere. Che nervi! La sete pretendeva qualcosa di pi�, ora, delle sole caramelle. Non c'erano fonti.
Ore 12. Continuavo a camminare sotto un sole caldissimo. Mi sono fermata a riposare sotto un p� d'ombra. Intorno a me foresta foresta foresta. Nessun essere umano nel raggio di chilometri. Una sensazione di piacere si � confusa con una di smarrimento e totale solitudine. I cartelli, come se non bastasse, prima presenti a ca. 500m l'uno dall'altro, non si vedevano pi�.Ho pensato di tornare indietro, forse ho sbagliato strada. Ho rinunciato all'idea, sono andata avanti.
Dopo un'altra interminabile ora di cammino, ho visto un cartello. Ho aumentato il passo: SORGENTE!!! Non si pu� immaginare il sollievo che ho provato in quel momento...
Alla fonte c'era Antonio Pisanu, uno dei componenti del famoso trio di Domenico Ruiu e Nanni Marras. Mi ha offerto un panino. Ho bevuto 10 tazze d'acqua fresca. Ero completamente disidratata!
Naturalmente sono apparsa normale agli occhi del naturalista: un p� accaldata, niente di pi�. Non gli ho detto ch'ero senz'acqua. In effetti, dopo essermi abbeverata, mi sentivo molto meglio. Per un'ora io e Antonio abbiamo vagabondato cercando cervi. Stava facendo un documentario per il WWF. Alle 2pm ho ripreso il sentiero. Ho incontrato altre 2 sorgenti prima di arrivare alla foresteria (h 17.30). L� mi bevo un altro litro d'acqua. Il tempo di prepararmi una bottiglietta per la preziosa bevanda e siamo partiti per il 2� censimento esattamente mezz'ora dopo il mio ritorno. Devo aver sicuramente fatto uno strappo, perch� il muscolo dell'anca mi fa male. Dopo il conteggio, siamo tornati "alla base", dove c'era anche Antonio. Quando stava andando via, mi ha chiesto se l'indomani volevo girare con lui per cercare di riprendere il bramito del cervo. Senza esitazioni ho risposto di si, nonostante il continuo aumentare del dolore alla gamba. E Giovanni: "Tu sei pazza!! Non andare..."
Ma non potevo perdere un'occasione simile...La notte ho dormito in sacco a pelo con Massimo e M.Grazia. Alle 5.20 del mattino mi sono alzata e mi sono avviata verso il luogo dell'appuntamento con Antonio (distante 4 km da dov'ero io). La gamba mi faceva davvero male quando camminavo. Ho pensato di tornare indietro...No, non dovevo cedere! Con la pila mi sono fatta luce, anche se la luna mi mostrava chiaramente la strada. Il fatto � che provavo soggezione: tutto buio, tutto silenzio... la torcia mi faceva un p� di compagnia. In meno di un'ora sono arrivata in localit� "Pardu Melis", vicino al recinto dei cervi. Antonio non c'era ancora; ho posizionato il cavalletto e il teleobiettivo, nella speranza che arrivino. In effetti sono arrivati... Il maschio era bellissimo: bramiva allungando il collo, un verso profondo, gutturale, che quasi faceva impressione...
Avrei potuto fotografare, ma sarebbe scappato...No, non scatto: un limite che mi sono imposta da quando ho deciso di imitare Domenico Ruiu, il mio "maestro di natura", � il rispetto. Voglio che un giorno si dica di me quello che ora viene detto per lui: che gli animali, cio�, ci guadagnano sempre ad essere fotografati da Domenico, perch� non se ne accorgono nemmeno.
Nel frattempo � arrivato Antonio. Abbiamo girato buona parte della riserva (in macchina e a piedi). Ogni tanto mi fermavo per far riposare la gamba, che mi faceva un male cane. Posti bellissimi...
Alle 18.30 siamo rientrati in foresteria. Giovanni purtroppo � gi� partito. Non l'ho potuto salutare.
A Nuoro siamo arrivati alle nove e un quarto. Vado subito a letto: in 3 giorni non ho dormito neanche 5 ore e mezza.

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