

Il nostro albergo si trova sulla sponda nord del lago di Gusana (p1).
Percorriamo la strada che circonda il lago sino al punto p2. Poco prima del
secondo ponte lasciamo la strada asfaltata e prendiamo il sentieri che corre lungo il braccio meridionale del
lago. Il sentiero prosegue in direzione sud anche oltre lo specchio d'acqua,
seguendo il corso del Rio Perdas Frias (pietre fredde). Il sentiero diventa meno
nitido, sappiamo che dobbiamo guadare il rio ma non siamo sicuri sul punto
esatto. Il ruscello � in piena e dobbiamo guadarlo con le bici in spalla,
scoprendo che le pietre erano veramente molto fredde! Poco oltre la sponda troviamo il
sentiero che, seguendo il corso del Rio Nuchis, si dirige verso le montagne che
separano il lago di Gusana dall'abitato di Ovodda. Questo sentiero presenta
alcuni tratti con forte pendenza e fondo sconnesso. Si giunge a circa 920 metri
a un incrocio con uno stradello asfaltato che ci fa perdere l'orientamento
(nella carta era segnato come carrareccia). Fortunatamente il GPS ci avverte che
ci stiamo allontanando dal punto prestabilito. Ci accorgiamo dell'errore e
torniamo indietro per scollinare e discendere verso il
paese di Ovodda. Purtroppo arriviamo dopo l'ora di chiusura dei negozi e
scopriamo che l'unico bar aperto non vende nemmeno un tramezzino. Ecco un caso
in cui le nostre barrette energetiche di scorta si rivelano particolarmente
utili. Segnaliamo sul selciato di Ovodda una delle pi� rovinose cadute di
Gianfranco. Il nostro amico ha inaugurato i suoi attacchi troppo stretti e nei
tre giorni in cui � stato con noi � caduto almeno una quindicina di volte,
sempre rovinosamente e meritandosi il titolo di Mr. Livido 2004.
Da Ovodda scendiamo la ripida discesa asfaltata che porta al lago di
Cucchinadorza, dove si trova una centrale idroelettrica ed il villaggio di
Taloro. I due laghi di Cucchinadorza e Gusana sono collegati dalla stretta gola
del fiume Taloro e separati da alte montagne. A questo punto l'itinerario
originale prevedeva la salita di una stradina a tornanti che di diparte dalla
centrale idroelettrica, ma un cartello turistico riporta una mappa dove �
indicato un percorso che raggiunge S.Pietro e quindi Gusana lungo il corso del
Taloro. Decidiamo di seguire questa via che pero' ci conduce ad un punto morto.
Una cava di marmo interrompe il sentiero. Per non ritornare indietro decidiamo
di "scalare" la cava, il che vuol dire bici in spalla sulle pietre
sino in pratica alla sommit� del monte. All'autore della deliziosa tanto
imprecisa indicazione sentieristica saranno fischiate le orecchie per le nostre
malediazioni. Il proverbio che suggerisce di non lasciare la strada vecchia per
la nuova � stato nettamente confermato. In cima alla cava troviamo gli operai
che, vedendoci arrivare dal basso, scuotono la testa come per dire "ma
guarda un po' da dove arrivano questi". Superata la cava la carrareccia
continua a salire senza particolari difficolt� permettendoci di ammirare una
stupenda formazione rocciosa di cui vi mostriamo l'immagine. La discesa verso il
Gusana � rapida.

|

|
Il trio
alla partenza sul lago di Gusana |
Il lago di Cucchinadorza
|
 |

|
Chiesa
di Ovodda |
In giugno
nelle montagne sarde le fioriture sono numerose. Uno dei fiori pi� belli
� la Digitalis. |
 |
 |
La salita
lungo il Rio Nuchis � impegnativa: c'� chi soffre e chi .. spinge |
Sardegna,
terra di roccia. Talvolta gli agenti atmosferici modellano la pietra come
delle vere e proprie sculture. Questa � situata in una zona non
facilmente raggiungibile lungo il corso del fiume Taloro. |

|