"Li
      candaleri faran'in piazza " 
      cun li vetti di rasu trimurendi..."  
      I
      candelieri scendono per la via 
      con i nastri di raso tremolanti..." 
      P. Calvia 
        
      Pifferaio
      e tamburino accompagnano la discesa del candeliere 
      I candelieri
      che a Sassari, si identificano con la "Festha Manna", che cosa
      sono, che cosa rappresentano per i sassaresi e per la città di Sassari! 
      Cerchiamo,
      una volta per tutte di stabilire come, in che anno e perché hanno avuto
      origine. Stabilita la loro genesi, credo diventi più facile penetrare
      nell'intimo dei sassaresi e avvicinarci a comprendere a fondo che cosa
      essi abbiamo rappresentato per gli abitanti di questa città, così
      duramente colpita dalle calamità naturali, fino alla determinazione del
      voto alla Madonna di mezz'Agosto, per la grazia ricevuta: la fine della
      peste che aveva mietuta una numero impressionante di sassaresi, durante la
      peste verificatasi nel lontano 1582 e, come abbiamo fatto cenno, costò la
      vita ad una gran numero di sassaresi. Alcuni storici parlano di 16mila,
      altri addirittura di 22mila. 
      Per amore di
      verità, ci corre l'obbligo di precisare che la pestilenza che così
      duramente aveva colpito la città e che aveva indotto i sassaresi al loro
      voto, non fu l'ultima, ché altre ne seguirono, ma quella stessa tremenda,
      che aveva determinato il voto dei sassaresi, era stata nel tempo preceduta
      da altre che avevano portato in città la morte di migliaia di cittadini. 
      
        
          | 
               
            Gremio
            Muratori
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            Candeliere
            Calzolai
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      Non erano
      tempi fortunati quelli! Da una parte le condizioni igienico sanitarie,
      dall'altra la poca attenzione che si prestava alla prevenzione: insomma,
      in quei tempi infelici non si parlava di fogne coperte; allora non vi
      erano neanche delle canalette atte a convogliare i liquami, ma tutte le
      deiezioni scorrevano a cielo aperto. 
      E' facile
      comprendere, come in quei tempi, il contagio di qualsiasi calamità si
      propagasse con celerità fulminea. E' da notare ancora una cosa: i morti
      di peste venivano sepolti nelle cappelle delle chiese e, la non perfetta
      connessura delle tombe, dopo ogni 
      nuova sepoltura, liberava miasmi insopportabili, che non giovavano certo
      al popolo, che nelle chiese si radunava per pregare Iddio perché li
      liberasse da quel flagello (*Frate Angius). 
      Per spiegare
      alcune cose e, per facilitare la comprensione di alcune altre, ci sembra
      doveroso, in questa sede, precisare che in quegli anni erano fiorenti le
      Confraternite (confrarie) o Corporazioni,che in seguito prenderanno il
      nome di Gremi. A queste associazioni erano affiliati tutti coloro che
      esercitavano un mestiere o una arte. E' da notare che tali Associazioni,
      erano regolamentate da precisi e rigorosi Statuti che provvedevano a
      stabilire con severità e regole precise, la vita degli affiliati. 
      Erano quelli
      gli anni in cui la Sardegna, si trovava sotto il giogo spagnolo, che
      prendeva a mani basse quanto c'era da prendere, mentre, nel contempo era
      vessata dal giogo di mille baroni. Orbene, in quegli anni terribili di
      pestilenze e carestie, le Confraternite, cui abbiamo poco sopra accennato,
      svolsero un'opera altamente meritoria, assistendo fattivamente i soci più
      poveri e, funzionando come una Società di Mutuo Soccorso, aiutando, come
      detto i più poveri con elargizioni di somme in denaro, e provvedendo ai 
      funerali dei soci defunti, e, quando il caso lo chiedeva, provvedendo a
      tenere aperto il locale dove aveva esercitato la sua Arte il socio
      defunto. 
      
        
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            Affiliato
            gremio Ortolani in costume spagnolesco 
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            Obriere
            (ha in consegna il candeliere per quella discesa)
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      Purtroppo,
      non possiamo in questo breve lavoro, fare altro che un fuggevole, cenno su
      quei piccoli capolavori di saggezza che erano gli Statuti delle
      Confraternite. 
      Mentre pur
      non assumendo formale impegno, non chiudiamo la porta ad una eventuale
      trattazione, esclusivamente, di detti Statuti. 
      Ci siamo resi
      conto, sia pure consci del fatto, di avere abbondantemente divagato o,
      meglio di esserci allontanati dal tema centrale del presente lavoro: I
      candelieri! 
      I Candelieri,
      festa popolare che si svolge a Sassari il 14 Agosto. La discesa o "FARADDA"
      è una festa di popolo che si rinnova, ormai da secoli, il 14 di agosto. 
      Con la
      discesa dei candelieri, si scioglie il voto fatti dai sassaresi alla
      Madonna di Mezz'Agosto, durante la peste, terribile, verificatasi in
      città, nel lontano 1582. 
      A causa della
      gravità della pestilenza e dei gravi lutti che essa causò in città, i
      sassaresi decisero di accendere ceri alla Madonna di Mezz'Agosto, perché
      intercedesse affinché il terribile morbo avesse fine. Le Confraternite
      decisero che ogni cero doveva pesare cento libbre, pari a 40 Kg. In
      seguito forse a causa del gran costo della cera, le Confraternite optarono
      per gli attuali candelieri in legno, prendendo lo spunto da similari
      candelieri che era stati introdotti in città nel 1236 dai pisani, altri
      affermano essere stati gli spagnoli ad averne diffuso l'uso in città.
      Come nota di curiosità ci piace accennare che candelieri, non proprio
      precisi a quelli di Sassari, esistono a Nulvi, Ozieri e Ploaghe. 
      Quella
      terribile pestilenza, fu portata in città da un frate gesuita, che,
      appena avuto sentore che in Alghero era scoppiata la pestilenza, fuggi
      precipitosamente da Alghero e, si rifugio in Sassari, diffondendovi la
      peste che provocò le morti che abbiamo citato e, inducendo in sassaresi a
      fare voto alla Madonna di Mezz'Agosto. Lo ripeto, erano quelli anni
      terribili: i mezzi per combattere la peste, empirici e chi, per sua
      disgrazia ne veniva colpito, nove volte su dieci moriva tra atroci
      sofferenze. Lo abbiamo già detto, citando le parole di uno storico
      cittadino, altri tempi, altri uomini, per fortuna aggiungo io! 
      Originariamente,
      come abbiamo visto, si trattava di ceri veri e propri; in seguito quando
      il voto si rinnovò per altre pestilenze che si erano abbattute sulla
      città, la cera venne sostituita con gli attuali candelieri di legno che
      pesano ben oltre le quaranta libbre di cera: oggi i candelieri più
      antichi pesano alcuni quintali e vengono trasportati da uomini spesso
      volontari, che intendono con questa immane fatica sciogliere un voto per
      una grazia ricevuta. Oggi, alcuni candelieri pesano alcuni quintali. Sono
      portati a spalla da otto portatori che eseguono passi di danza e corse
      sfrenate in giù ed in su per il Corso Vittorio Emanuele, strappando
      frenetici applausi ad un gran numero di spettatori che si assiepano lungo
      i bordi della strada. Si calcola che nel 1999, oltre 130mila tra sassaresi
      e turisti accorsi dalle vicine località turistiche abbiano assistito alla
      "FARADDA", alla discesa di fine Millennio. 
      Gli
      appartenenti ad alcuni Gremi vestono costumi spagnoli e portano lo
      spadino; i soci di altri Gremi indossano un frac nero, col corpetto del
      colore della bandiera che troneggia sul cero e che raffigura il santo
      protettore. I candelieri che attualmente partecipano alla "FARADDA",
      sono nove; ve li enumero nell'ordine in cui sono sfilati nel 1999:
      Piccapietre, Viandanti, Contadini, Falegnami, Ortolani, Calzolai,
      Muratori, cui negli anni dispari spetta il terzultimo posto, Sarti, ed
      infine, ultimi, ma non certo per importanza i Massai, cui tutti gli altri
      fanno ala alla fine della sfilata, e, che per primo entra nella chiesa di
      Santa Maria di Betlem. 
      Conviene
      ricordare, che la festa dei candelieri, detta "FESTHA MANNA", è
      la vera festa dei sassaresi: quella in cui tutti si identificano, e, non
      sono pochi i sassaresi che vengono in città in tale occasione dai luoghi
      più disparati, cui gli impegni di lavoro li hanno portati. Ogni anno tra
      i sassaresi che mancano dal maggior numero d'anni, a quello che manca da
      più anni, viene offerto un candeliere d'Oro al secondo uno d'Argento. 
      Concludendo,
      si può dire che i nove Ceri (candelieri), sono il vero simbolo della
      città, quello in cui ogni sassarese "verace", si identifica!
      
      
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