Trekking nel cuore del Supramonte
racconto di viaggio

Giorgio Plazzotta



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Era da molto tempo che desideravo andarci. Sin dai quando negli anni 90 ho prodotto uno dei primi DTM (Modello Digitale del Terreno) della Sardegna avevo notato questa strana formazione morfologica che assomiglia all'impatto di un grosso meteorite. Incuriosito, ho scoperto che si trattava di una dolina denominata "Su Suercone" e ho deciso, allora, che in quel luogo ci sarei andato. Sono passati molti anni e finalmente nel marzo del 2008 il desiderio di esplorare la zona più impervia della mia Sardegna si è avverato.

 Il Supramonte è sicuramente una zona speciale, un isola dentro l'isola, un luogo in cui ci si sente lontani da tutto. L'orografia è particolarmente impervia perchè il Supramonte, come dice il nome, è un altopiano calcareo racchiuso da una cinta montuosa particolarmente difficile da superare. Non esiste un accesso all'altopiano che sia facilmente percorribile da un'automobile; vi sono numerose "iscalas", sentieri tortuosi percorribili a piedi e solo in qualche caso con i fuoristrada.

L'altopiano ha una quota media di 850 metri e le cime montuose che lo circondano si aggirano intorno a quota 1.200. Il Corrasi, con i suoi 1463 metri, è il monte più elevato. Le altre cime rapprensentano altrettanti punti di riferimento ben noti: Punta Sos Nidos (1.348), Pta Solitta (1.206), Pta Sa Pruna (1391), Pta Ispinadorgiu (1.232), Pta S'Iscala (1.138), M. Su Nercone (1.263), Mte Oddeu (1.063). La roccia calcarea, molto permeabile, rende il Supramonte particolarmente arido. A volte, scherzando, penso che l'acqua vada tutta nell'immenso lago sotterraneo che alimenta le sorgenti carsiche di Su Gologone, pochi chilometri più a valle, a nord. Sicuramente finisce nel sottosuolo ed è proprio dal lento lavorio dell'acqua nella roccia calcarea che si origina il fenomeno che ha portato alla formazione della dolina di Su Suercone, così come quella ancor più famosa del M. Tiscali. L'unico corso d'acqua che attraversa il Supramonte è il Rio Flumineddu, e lo fa in modo spettacolare, tagliando la roccia calcarea come un'accetta e formando la Gola di Gorruppu, il più imponente canyon d'Europa.

Il Supramonte è ricco di segreti, non tutti svelati. La sua storia riporta alla mente la vita dei pastori che lo hanno popolato anche in tempi recenti, utilizzando tecniche di sopravvivenza ereditate dalle antiche popolazioni nuragiche che nel Supramonte e alle sue pendici hanno lasciato importanti testimonianze della loro civiltà. Le cronache dell'ultimo secolo abbinano poi questo territorio impervio alle tristi vicende del banditismo sardo: il Supramonte con i suoi mille anfratti naturali è stato il terreno ideale per nasconodere latitanti e rapiti. Oggi, fortunatamente, i rapimenti sono quasi scomparsi dalla storia moderna della Sardegna e il Supramonte si propone come un paradiso naturalistico a disposizione di chi ama la natura selvaggia.

Diciamo subito che esistono alcuni operatori turistici che vi potranno guidare nella vostra visita al Supramonte; fanno base nei paesi che circondano l’altopiano:Orgosolo, Oliena, Dorgali, li potete facilmente trovare su internet. Personalmente posso testimoniare la competenza di Fabrizio Caggiari di Sardegna Nascosta (www.sardegnanascosta.it) che mi ha portato a Tiscali e vi consiglio senza esitazione.  Anche se spesso la difficoltà dell’escursione viene un po’ esagerata, il Supramonte è una terra che pur non dovendo incutere timore, deve essere rispettata e merita attenzione e prudenza. Le sue caratteristiche morfologiche, cui abbiamo accennato, possono creare seri problemi all’escursionista non attrezzato. Spostarsi all’interno del Supramonte significa camminare sulla pietra e quindi un km ne vale due.  Le distanza dai centri abitati è considerevole e pertanto sono sempre difficoltose le operazioni di soccorso. L’acqua e il cibo, nell’altopiano calcareo, scarseggiano per non dire che sono totalmente assenti e questo rende estremamente complicata la sopravvivenza di un eventuale escursionista disperso. Se siete in un piccolo gruppo (mai da soli), avete un attrezzatura idonea, una buona forma fisica, una abbondante riserva di acqua, mappe e ricevitori GPS la vostra escursione nel Supramonte sarà senz’altro un successo, anche senza guida  … però mi preme sottolineare che l’escursione guidata non significa solo maggiore sicurezza. La vostra guida, se preparata, vi aprirà molte porte alla conoscenza di questa terra che altrimenti vi sarebbero precluse. Avrete la possibilità di acquisire informazioni sulla vegetazione e sulla fauna che vedrete, sulla storia di questi luoghi, conoscere alcuni segreti tra i tanti che questo luogo nasconde. Prima di scartare l’ipotesi dell’escursione guidata sappiate che rinuncerete a tutto questo, ne vale la pena?


Percorso in auto/fuoristrada da Orgosolo a Punta Solitta (Immagine Google Earth)

Torniamo a noi e alla nostra escursione. Giunti nel paese di Orgosolo (600 m.) ci dirigiamo verso le montagne ben visibili a oriente. La strada di cui è mostrato il percorso in figura (Google Earth) scende con tornanti attraversando il fiume Cedrino. Giunti al punto A nella mappa (40.2068°- 9.37731°), svoltiamo a destra in salita. Dopo un po’ l’asfalto lascia il posto a uno sterrato ben tenuto (marzo 2008) che può essere perrcorso senza problemi anche da una normale autovettura e si procede in direzione est.

Poco prima del ponticello sul Riu Punzitta (Punto B 40.2095° - 9.40913°), prendiamo lo sterrato che procede in direzione sud. Ci troviamo in zona Osposidda, zona tristemente famosa per un conflitto a fuoco avvenuto nel 1984  tra banditi e forze dell’ordine. La carrareccia prosegue per alcuni km, prima in direzione sud, per poi voltare verso la barriera montana a est e inerpicarsi. Al momento del nostro passaggio (marzo 2008), il fondo consentiva il passaggio anche a un’automobile non fuoristrada sino al punto C (40.1958° - 9.43582°). Ci troviamo a 864 metri, mentre il passo è a 1.080. Se siete disposti a una camminata extra di 2.5 chilometri in salita, potrete replicare questa escursione anche non avendo a disposizione un fuoristrada. La salita alla Scala S’Arenargiu è invece proibitiva per le autovetture.

Dopo un adrenalinico curvone a picco sul precipizio giungiamo sull’altopiano (punto D 40.2092° - 9.4482°) dove il Supramonte ci da il suo benvenuto. Il fuoristrada può proseguire per un altro km. nella pista molto accidentata in direzione sud; siamo a quota 1.100 metri a costeggiamo il versante occidentale di Punta Solitta. Siamo in una zona molto boscata, facciamo attenzione a non mancare il bivio con la pista che proviene da Scala Cazzamene (punto E 40.1999° - 9.44659°). In quel punto lasciamo il fuoristrada per proseguire a piedi verso est addentrandoci nel cuore del Supramonte.


Vista 3D del percorso in auto (Immagine Google Earth)

Il nostro percorso all’andata è in leggera discesa: partiamo dal 1.150 per scendere lentamente a 950. Incontreremo 3 cuiles con i relativi “Pinnettos”. Dapprima il cuile Taletto, quindi il bellissimo e ben conservato Cuile Pistoccu (vedi foto, punto G 40.1999° - 9.44659°) , e poco dopo un cuile distrutto non riportato nelle mappe.  Seguiremo un sentiero che non sempre è ben visibile a terra, quindi bisogna fare attenzione a non perdere la traccia. Il sentiero è costellato da segnavia, costituiti da pietre impilate una sull’altra o da pietre incastonate sugli alberi. Se vi rendete conto che per un lungo tratto non vedete alcuna segnavia allora sappiate che avete perso il sentiero principale. Nel Supramonte la vegetazione non presenta quella macchia fitta impenetrabile che troviamo in molte zone della Sardegna, pertanto possiamo in qualche punto “improvvisare” e abbandonare il sentiero segnato, ma attenzione a non perdere l’orientamento.

Cuile Pistoccu
Supramonte di Orgosolo - in lontananza il Corrasi

Dopo il cuile Pistoccu il sentero vira verso nord e si tiene sulla destra rispetto a un vallone. Il paesaggio è qui più spoglio e il bianco della roccia calcarea domina il paesaggio. E’ in questa zona che abbiamo avvistato alcuni gruppi di Mufloni. Il Muflone è l’unica pecora selvatica che vive in Europa e il Supramonte rappresenta il suo principale areale. Sono animali dal pelo bruno dotati di corna incurvate. In un territorio europeo così pesantemente antropizzato l’incontro con una specie animale che vive in totale libertà è sempre emozionante. Se i mufloni sono all’apice del vostro interesse vi consiglio di portarvi i binocoli e camminare in silenzio facendo molta attenzione. Sono ovviamente animali molto timidi che si manterranno  a debita distanza da voi.


Percorso sentier
o da P.ta Solitta a Donainicoro (Immagine Google Earth)

Occhio ai GPS perché una delle mete principali della nostra escursione si avvicina. Il sentiero vira verso est e costeggia la dolina denominata Su Suercone (punto H 40.207° - 9.48002°). E’ interessante osservare il paesaggio creato da questa grande dolina carsica. Per saperne di piu leggere qui

Il sentiero prosegue ancora in direzione est verso la seconda meraviglia di questo itinerario: Campo Donanigoro, un altopiano delle dimensioni di circa 1.5x 1 km. Il campo è stato oggetto di antiche contese tra i pastori orgolesi e dorgalesi. Vi pascolano liberamente bovini e suini. La vegetazione erbacea è interrotta solo da esemplari di ginepro.


Su Suercone

Attraversando il campo in direzione nord osserviamo sul costone roccioso che delimita l’altopiano a sud-ovest, le rovine di un villaggio nuragico (Su Nuragheddu, punto I 40.207° - 9.48615°). Proseguiamo in mezzo al bestiame osservando, alla nostra destra, il M. Oddeu (1.063), bianco di calcare quasi come se avesse nevicato. La nostra meta finale si trova a poche centinaia di metri a nord del soffice terreno di Donainigoro. Il Cuile Ziu Raffaele (punto J 40.2097° - 9.49531°) è uno dei più conosciuti e caratteristici di tutto il Supramonte ed è attrezzato anche per bivacchi estemporanei. E’ tempo di tornare indietro, ripercorrendo il medesimo cammino effettuato all’andata e tornando a casa con l’indelebile ricordo di questa esperienza nel cuore del Supramonte.


Campu Donainigoro

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